Conversazioni itineranti allo Sperone
30 Dicembre 2019
Conduttrice: Monica Garraffa
L’area denominata Sperone fa parte della Seconda Circoscrizione.
Il nome deriva da una usanza del ‘700 di tenere esposti, su una piramide edificata in questa zona, i cadaveri dei giustiziati. Gli uncini ai quali i cadaveri erano appesi prendevano il nome di speroni.
L’area è stata oggetto negli anni Settanta di interventi di edilizia popolare, ed infatti riprende dal punto di vista architettonico lo stile di vari interventi sia del CEP che di Borgo Nuovo.
Punto di incontro è il murales “sangu e latti” che fa parte del progetto “Allattamento è comunità accogliente” realizzato dall’associazione L’arte di crescere, di cui Monica Garraffa, che guida la conversazione, è una attivista.
Lo Sperone si affaccia sul mare, non a caso erano qui gli stabilimenti balneari che fecero la fortuna di questa zona nel ‘900.
Visitiamo il litorale con il Professore Silvano Riggio e la professoressa Paola Gianguzza. Il litorale ampio che si apre allo sguardo sul golfo di Palermo è frutto del lavoro di trasformazione che il mare ha compiuto sugli sfabbricidi che a partire dalla seconda guerra mondiale sono stati riversati in mare. Il litorale era originariamente roccioso.
L’area dovrebbe essere sottoposta a bonifica, per poterne ipotizzare un utilizzo di qualunque tipo. Ma è indiscutibile il fascino che il mare esercita su tutti i partecipanti, a misura di quanto a Palermo, città di mare, il mare sia in larga misura e per svariati motivi negato.
Ci rechiamo, quindi, presso l’Istituto comprensivo Sperone Pertini, la scuola presieduta da Antonella di Bartolo. La scuola è un luogo particolarmente significativo nelle dinamiche di questa zona, partecipa attivamente alla vita della comunità anche per disponibilità della dirigente di offrirlo sempre come luogo di incontro e scambio, come peraltro anche in questa circostanza.
Le riflessioni che seguono, alle quali partecipano Bonetta dell’Oglio e Paola Gianguzza in quanto referenti dell’associazione Donne di Mare, Silvano Riggio, Monica Garraffa, Antonella di Bartolo, Sergio Sanna, Rosaria Profeta della Pro-Loco di Romagnolo, e vari residenti e partecipanti all’incontro, vertono sulla necessità di una rivalutazione complessiva del quartiere che tenga conto del rapporto con il mare e del relativo potenziale.
Il percorso continua con un sopralluogo nell’area che si trova dietro la scuola e che è oggetto di una azione sinergica di intervento tra residenti, il comune, la scuola e l’ordine degli architetti, rappresentato in questa sede da Sergio Sanna.
L’intervento riguarda la riqualificazione di un’area nella quale era presente un fabbricato comunale destinato a essere asilo, ma che non è mai entrato in attività e che invece era luogo di spaccio.
In quest’area, demolito l’immobile per intervento dell’amministrazione comunale, l’ordine degli architetti di concerto con i residenti ha in cantiere un progetto di riqualificazione con la progettazione e realizzazione di un giardino. Spirito base del progetto, che vede anche la partecipazione degli studenti di Architettura ed dell’Accademia, è che le comunità ed i ragazzi partecipino attivamente al progetto della città che abitano. Qui maggiori informazioni.
Il percorso si conclude da dove è partito, sotto il murales che celebra la relazione dell’allattamento. Realizzato da Igor Scalisi Palminteri, il murales parla di accoglienza, nascita di rapporti e relazioni. Inizialmente destinato ad un’altra area della città, per una serie di circostanze ha trovato allo Sperone quel livello di interesse, supporto e partecipazione anche del territorio che ha reso fattibile la cosa.
L’insieme dei palazzi di edilizia cui appartiene il palazzo che ospita il murales si prestano tutti per interventi d’arte, ed intervenire sugli stessi potrebbe essere un modo per reagire al grande degrado cui l’area è soggetta.