Conversazioni itineranti alla Zisa
27 Dicembre 2019
Conduttore: Carlo Picone
La Zisa è una unità di primo livello che dal punto di vista amministrativo afferisce all’omonimo quartiere ed alla quinta circoscrizione.
L’attuale area abitativa faceva parte del Parco Normanno, cioè la riserva di caccia estiva dei sovrani che si trasferivano nel castello della Zisa. L’area era rigogliosa e piena di piante di ogni specie, per questo motivo, anche dopo che iniziò l’edificazione extra moenia in questa zona e nonostante la vicinanza con il centro storico, venne risparmiata a lungo.
Già a metà dell’Ottocento inizia l’edificazione di carattere prettamente rurale. Nel 1860 quest’area è considerata zona suburbana, ma già verso la fine del secolo va scomparendo l’originale parco e nel 1889 viene considerata dal comune zona urbana a tutti gli effetti.
Da allora in poi comincia l’edificazione che ha portata oggi il quartiere ad essere uno dei quartieri a più alta densità abitativa, nonostante le costruzioni non raggiungano grandi altezze.
Il punto di incontro della Conversazione Itinerante è presso l’ingresso principale dei giardini della Zisa. I giardini sono stati ripristinati nel 2005 dall’amministrazione comunale, sono in continuità con il castello e rappresentano solo in parte l’effetto scenico che l’area doveva mostrare prima degli interventi di urbanizzazione. Ci guida nel primo tratto Carlo Picone, presidente dell’associazione Compa, che da anni si batte per la riqualificazione dell’area.
Nella parte terminale dei giardini il varco che conduce al Castello della Zisa, una serie di dammusi che, su proposta di associazioni locali e residenti, potrebbero ospitare piccole attività di artigianato e vendita di prodotti locali e che servirebbero ad aumentare la fruizione dei giardini e quindi la loro protezione.
I giardini sono a gestione comunale, mentre il castello è della regione, e questa caratteristica rende orari di apertura dell’una e dell’altra struttura non sempre sovrapponibili.
Il Castello domina la scena e rappresenta uno degli elementi significativi del percorso Arabo Normanno. Un luogo dall’indiscutibile fascino che potrebbe diventare, insieme ai Cantieri Culturali, il fulcro per lo sviluppo ed il rilancio di quest’area.
I Cantieri Culturali della Zisa sono parte integrante del quartiere e sono una delle realtà inespresse della città. Le mura sono quelle dello stabilimento Ducrot che ai primi del Novecento produsse mobili di fattura Liberty, alcuni dei quali esposti al Louvre, e che ha rappresentato uno dei massimi momenti industriali ed economici della città di Palermo, con oltre 500 addetti.
L’area fu convertita nel periodo bellico per la produzione di aeromobili. Alla fine della guerra la proprietà decise di mantenere la produzione di aeroveicoli, ma non ebbe fortuna.
La vasta area è stata acquisita dal Comune che ha tentato già da diversi lustri di farne un luogo di produzione culturale della città. L’assenza di un progetto chiaro, il susseguirsi delle amministrazioni, e l’affidamento frastagliato degli immobili a soggetti tra loro autonomi non ha mai fatto decollare realmente il progetto.
Ai cantieri incontriamo Filippo Pistoia che con l’associazione Clac ha dato vita al Crezi-plus. Finanziato dalla Fondazione per il Sud è una struttura che offre un punto di ritrovo e ristoro nella cittadella della cultura palermitana. È anche un incubatore di impresa, un luogo polifunzionale. Il Crezi-plus trova luogo in quella che era la cucina e la mensa delle industrie Ducrot.
Dal racconto di Pistoia emerge, negli ultimi anni, l’intenzione da parte di tutti i soggetti affidatari di spazi ai cantieri di coordinarsi per dare vita ad una progettualità comune e a canali di comunicazione coordinati al fine di rappresentare in modo finalmente unitario il progetto cantieri, oltre all’ipotesi di aprire altri varchi che rendano i cantieri più permeabili ai flussi della città.
La passeggiata si completa con la fermata alla storica friggitoria “Na Zà Teresa”, sita in via Cipressi, dove incontriamo Salvatore Altadonna consigliere di circoscrizione, e a Piazza Ingastone, il fulcro del quartiere, con le sue luci e le sue ombre.